Rubrica Mamme

IGIENE DENTALE in gravidanza a cura di Silvia Tommasini

L’attesa di un bambino per la futura mamma è la gioia più grande ma la gravidanza comporta attenzioni e cura del proprio corpo come della salute del bambino.

Cosa succede al cavo orale durante la gravidanza?

In gravidanza le mucose del cavo orale ed i tessuti parodontali (gengive e osso alveolare) sono costantemente influenzati dalle variazioni ormonali a cui è soggetta la mamma, raggiungendo il picco massimo verso il 2°-3° mese, per poi normalizzarsi al termine della gestazione.

I denti in questo periodo hanno bisogno di cure particolari e l’igiene orale deve essere perfetta. Durante la gravidanza le modifiche del cavo orale della futura mamma sono inevitabili.

Le problematiche più comuni che possono insorgere sono la gengivite, la recessione gengivale, la riacutizzazione di tasche parodontali, l’aumento della mobilitá dentale ed il rischio di formazione di epulidi gravidiche.

È importante fare prevenzione in gravidanza? 

Si. L’igiene quotidiana deve essere molto accurata, inoltre i segnali d’infiammazione devono essere fin da subito affrontati.

Si consiglia di eseguire una o più sedute di igiene orale professionale, farsi consigliare dall’igienista dentale e intensificare le visite di controllo per evitare l’insorgenza di problemi. 

I fastidi gengivali potranno essere tenuti sotto controllo scegliendo uno spazzolino adeguato con l’aiuto dell’igienista dentale e dell’odontoiatra, l’uso del filo interdentale, scovolino e collutorio specifico.

Che tipo di esiti sfavorevoli della gravidanza sono associati alla malattia parodontale?

La letteratura ha identificato che esistono associazioni tra la malattia parodontale e tre forme di esito sfavorevole della gravidanza: sottopeso del neonato, nascita pre-termine e pre-eclampsia (definita come alta pressione sanguigna materna e sensibile proteinuria, cioè presenza in eccesso di proteine nelle urine), ed anche con il diabete gravidico.

La malattia parodontale può avere un ruolo nelle complicanze avverse della gravidanza?

Gli studi clinici suggeriscono che batteri provenienti dalla bocca possano colonizzare il feto e la placenta, portati probabilmente dalla corrente sanguigna. Batteri specifici associati alla parodontite sono stati anche associati
a esiti negativi della gravidanza, ma ancora si conosce poco sul loro preciso ruolo.

La salute orale in gravidanza è molto Importante e fare prevenzione sarà sicuramente la chiave di successo!

Silvia Tomassini

Odontoiatra e Igienista dentale

Rubrica Mamme

Acquaticità neonatale di Samantha Sperandio

State pensando di iscrivere il tuo bimbo ad un corso di acquacitita neonatale ma non sai quale corso?
Quali criteri utilizzi per  la scelta del corso: il prezzo, la vicinanza a casa, l’orario, la struttura? 


Cercherò con la mia ventennale esperienza  di dart alcune informazioni utili per la scelta più idonea che  soddisfi le vostre aspettative.

Iniziamo a fare chiarezza di cosa si tratta.
L’acquaticità neonatale è un corso che si svolge in acqua per i bimbi dai 3 mesi ai 3 anni.

Una delle caratteristiche speciali di questa esperienza con tuo figlio è che tu sarai l’insegnante,  rendendoti cosi protagonista attivo della fase di apprendimento abbreviando i tempi per fargli raggiungere l’autonomia in acqua.


I principali obiettivi da raggiungere sono i seguenti:

  • Imparare a nuotare il prima possbile, esso  è fondamentale per la sicurezza  ed evitare così rischi di annegamento.
  • Stimolarlo a livello senso-motorio per apprendere capacità cognitive e motorie.
  • Lavorare a livello affettivo per aumentare la sua stima di sé.
  • Stimolare i riflessi natatori di braccia e gambe.
  • Stimolare e aumentare il riflesso di apnea.
  • Imparare la respirazione corretta.

I criteri necessari per raggiungere questi obiettivi sono i seguenti.

Primo punto:


La struttura

– La piscina deve avere una temperatura  compresa tra i 31 e i 34 gradi, al di sotto di questa soglia la muscolatura si irrigidisce. In acqua è fondamentale essere rilassati per favorire il galleggiamento e rendere l esperienza piacevole.

– Temperatura degli spogliatoi idonea per risultare più confortevole possibile ed evitando così sbalzi termici i quali favoriscono l’insorgere di raffreddori, otiti e febbre.

-Presenza di fasciatoi e box per bambini dove poter cambiarli in sicurezza e tranquillità.

-Pulizia. Gli ambienti caldi e umidi favoriscono la proliferazione di batteri e funghi quindi l ‘igiene e la cura degli ambienti risulta particolarmente importante.

– La vasca dedicata al corso deve garantire uno spazio  a disposizione  sufficientemente grande per poter svolgere gli esercizi proposti, almeno due metri.

– Materiale didattico in buone condizioni:palle, materassini, tubi, ecc.
Diversamente tali materiali potrebbero procurare escoriazioni sulla pelle del bimbo o staccandosi potrebbero essere accidentalmente ingerito.

L’insegnante

La professionalità è senza dubbio come in tutti gli ambiti, fondamentale.

Un buon istruttore organizza la lezione in base alla fase evolutiva del bimbo.
I corsi vanno suddivisi in base alla fascia d’età.

Scegliete una struttura che affida i corsi di acquaticità neonatale ad istruttori specializzati all’insegnamento per la fascia d’età sotto i tre anni, evitando personale con poca esperienza.

Orario del corso

Per esperienza personale, iscriversi in un orario in cui il bimbo ha già dormito, quindi è riposato e ha già mangiato eviterà pianti durante l’attività.

Il prezzo


Non esiste un giusto prezzo ma cercare a tutti i costi il prezzo più basso non risulta sempre essere la scelta vincente per i motivi sopra citati.

Gli istruttori con esperienza, mantenere le temperature di ambiento e acqua idonea, garantire un’igiene adeguata, fornire materiali idonei tutto questo a un costo che si ripercuote sulla qualità del servizio offerto.

Per concludere Il mio consiglio è di poter valutare concretamente  quanto detto contattando  la struttura scelta per poter fare una lezione di prova verificando così tutti i punti trattati assieme.

Buon divertimento.

Samantha Sperandio

Rubrica Mamme

PILLOLE DI LATTE a cura dell’ostetrica Paola Vicentini

Durante i corsi di accompagnamento alla nascita, il tempo che dedico all’argomento allattamento è doppio rispetto agli altri, questo perché è un tema di notevole importanza, suscita interesse da parte delle partecipanti e le domande a cui rispondere sono davvero tante.

Spero con questi articoli di risolvere, almeno in parte, alcuni dei quesiti più frequenti che si presentano ad una mamma durante la gravidanza ma anche nei primi mesi dalla nascita del proprio bambino.

Molte volte mi viene detto ad inizio incontro “io vorrei tanto allattare, spero di poterlo fare”… la mia risposta a questa affermazione è ….”perché non dovresti riuscirci?”.

La paura è quasi sempre “avrò latte a sufficienza?”. Pensiamo a quanto la natura ci ha creati perfetti;in tutto ciò ha provveduto anche alla sopravvivenza del neonato nei primi mesi di vita attraverso l’allattamento al seno quindi lasciatevi guidare dall’istinto e dal vostro bambino.

Ecco alcuni consigli ed informazioni che potrebbero essere utili per tutte donne in gravidanza, per arrivare sicure di sé e fiduciose delle proprie capacità, a quello che sarà uno dei percorsi più importanti per lo sviluppo della diade mamma-bambino e per la crescita del neonato.

PERCHE’ ALLATTARE?

Di seguito un breve elenco di alcuni dei motivi per cui l’allattamento al seno potrebbe essere la scelta migliore da fare per una mamma ed il proprio bambino:

Il latte materno è completo di tutto quello che necessità il neonato

Si adatta e muta le sue caratteristiche in base alla crescita del neonato

E’ ricco delle difese immunitarie della mamma quindi offre una grande protezione

Previene otiti, gastroenteriti, obesità, diabete insulino-dipendente nel neonato

Previene l’emorragia dopo il parto facendo contrarre l’utero materno

Previene il tumore al seno e tumore alle ovaie nella mamma

Ha un effetto benefico nei confronti di osteoporosi, artrite reumatoide ed endometriosi

Aiuta la mamma a perdere peso velocemente dopo il parto

E’ ecologico

E’ economico

E’ sempre pronto ed alla temperatura ideale

Viene prodotto nella quantità che il neonato richiede e di cui ha necessità

Si può conservare in frigo ed in freezer 

Le poche “regole” per un buon allattamento sono; il suo avvio PRECOCE, che sia A RICHIESTA, ESCLUSIVO e PROLUNGATO.

IL BONDING E L’ALLATTAMENTO PRECOCE

Il bonding, ovvero il contatto precoce tra mamma e bambino, dovrebbe avvenire direttamente in sala parto (o in sala operatoria in caso di taglio cesareo) o comunque appena le condizioni della madre e del neonato lo permettano, per consentire un attacco al seno il più precoce possibile.

Uno dei fattori che favoriscono l’avvio dell’allattamento e la sua durata nel tempo è proprio il contatto pelle-pelle e l’attacco del neonato al seno entro la sua prima mezz’ora di vita.

Il bimbo, appena nato, dovrebbe essere appoggiato, ancora nudo, sul ventre materno a contatto con la pelle della sua mamma, lasciando che si adatti alla vita extrauterina, in un ambiente a lui familiare, ascoltando la voce materna ed il battito del cuore che lo ha accompagnato durante la sua crescita uterina; in questo modo, lasciandolo seguire il proprio istinto e non forzandolo, si potrà vedere che autonomamente si avvicinerà al capezzolo materno ed inizierà ad esplorarlo con la lingua, in alcuni casi avviando la suzione fin da subito.

IL COLOSTRO O ‘ORO LIQUIDO’ E L’ALLATTAMENTO A RICHIESTA

Quasi tutte le mamme si pongono la domanda ‘come faccio a nutrire il mio bambino se non ho ancora il latte?’ La montata lattea solitamente arriva dopo 2-3 giorni dal parto (ma anche più tardi alcune volte), quindi come fare nel frattempo a sfamare la nostra piccola creatura? 

Già durante la gravidanza, gli ultimi mesi, il seno si prepara all’evento nascita ed inizia a produrre il colostro, una sostanza giallo/oro e densa che non assomiglia al latte che noi tutti conosciamo, ma che è il nutrimento perfetto per il nostro bambino. E’ un pensiero comune, però, che quelle poche gocce non basteranno a sfamarlo; in realtà sono la quantità adatta alla capienza dello stomaco di un neonato, che non potrebbe accogliere già grandi quantità di latte. Di seguito una tabella che mostra come aumenti gradualmente la produzione del latte materno in base all’aumentato volume dello stomaco di un neonato. 

Un mantra da ricordare e ripetersi sempre nei primi giorni è che “il seno materno produce quanto viene richiesto”; non è consigliabile, quindi, dare un tempo alla poppata, ma sarebbe meglio lasciare il neonato libero di poppare quando e quanto vuole, così da permettere una produzione di latte adeguata alla sua richiesta. Ogni bambino ha esigenze e tempi diversi, quindi non è possibile dare una regola che sia uguale per tutti. Più il nostro bimbo si attaccherà al seno e più latte verrà prodotto, aumentando di poppata in poppata la sua quantità.

Fidarsi del proprio bambino e delle sue capacità è molto importante per la buona riuscita di un allattamento ma è altrettanto importante fidarsi del proprio istinto materno e del proprio corpo. Nel prossimo articolo parleremo di come fare a capire se il proprio bambino mangia a sufficienza, cosa significa allattare ‘esclusivamente’ e per quanto tempo si può dare il proprio latte.

* Tutte le informazioni contenute in questi articoli si basano su evidenze scientifiche ed indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ed Unicef. Ostetrica Paola Vicentini

Rubrica Mamme

Le fate della nanna Rondine De Luca

Sai che si possono migliorare le notti del tuo bimbo e di conseguenza quelle dei genitori?

Rondine De Luca, fondatrice di le fate della nanna, sleep coach certificata presso “Institute sleep sensitive” e attualmente puericultrice in formazione.

Il sonno è uno dei bisogni primari dell’essere umano, forse il più importante, perché senza mangiare si può sopravvivere, ma senza dormire si rischia di impazzire e perdiamo la capacità di concentrazione , destabilizziamo il nostro umore e il comportamento in generale, perdiamo la memoria, perdiamo la pazienza e l’energia di cui abbiamo bisogno per essere il miglior genitore che possiamo essere per i nostri figli. La depressione materna è strettamente collegata alle problematiche del sonno: stress genitoriale e depressione post parto sono molto legati, il malessere del genitore poi alimenta la problematica del sonno, alimentando un circolo vizioso e andando ad intaccare tutto l’equilibrio psico fisico della famiglia.


Ma la domanda dai genitori che più spesso mi sento fare è: Ma perché mio figlio non dorme?!
Partiamo da un presupposto fondamentale: il sonno del bambino fino ai tre, per molti bambini anche cinque anni è frammentatissimo, non è uguale a quello dell’adulto e questi risvegli avvengono ogni 30 o 60 minuti, vengono chiamati risvegli ceck in o risvegli di “controllo” e sono previsti dalla natura per  fa capire al genitore che il bambino è vivo. Detto questo, le motivazioni dei disturbi del sonno possono essere di varia natura: fisiologica, organica, emotiva, comportamentali, ambientali, eccetera. Il  pediatra e potrà escludere tutti i disturbi fisiologici, Il più importante il reflusso gastro esofageo, oppure disturbi alle vie urinarie in quanto questi possono causare dolore e fastidio ogni volta che il bambino fa la pipì di notte o causare arrossamenti al livello del pannolino, o dermatite atopica il cui fastidiosissimo prurito può causare risvegli.

Un’altra figura fondamentale per il benessere di un neonato è L’osteopata pediatrico il quale può, dal canto suo, escludere tutte le motivazioni organiche come per esempio delle tensioni a livello cervicale date dal parto o dalla posizione che il bimbo aveva in pancia( quando il bimbo in culla prende la posizione della “mezza luna”, oppure può essere risolutivo nelle famose coliche gassose, nei rigurgiti, nella plagiocefalia e nei disturbi del sonno in generale.

Altri fattori che possono inficiare nel sonno di un bimbo  potrebbero essere di tipo emotivo: mamma in depressione post parto, mamma incinta, l’arrivo di un fratellino, l’inserimento al nido, l’inserimento delle pappe, il rientro al lavoro della mamma, lutti in famiglia, ecc


Esistono diversi meccanismi che favoriscono il normalizzarsi del sonno del bambino, alcuni sono biologici e dipendono dalla produzione di melatonina durante la notte e dalla maturazione cerebrale, altri dipendono dall’influenza dell’ambiente esterno e dall’ educazione.credo sia ragionevole pensare che i genitori possono aiutare i figli in questo processo di apprendimento: infondo l’apprendimento infantile si basa sul principio secondo cui i bambini imparano a fare da soli molte cose, dopo averle fatte con un po’ di aiuto da parte degli adulti.ed ecco che si può insegnare, e quindi imparare da parte loro, a mangiare, a vestirsi, ad andare in bicicletta, lavarsi i denti, scrivere, leggere.in base a questo principio si può anche insegnare piano piano a trovare un equilibrio nel sonno al tuo bambino.

Per cui una volta escluse tutte queste cause allora possiamo andare ad analizzare tutto quello che riguarda il comportamento, molto spesso la causa dei risvegli consiste nella difficoltà di potersi riaddormentare e rientrare nella fase di sonno profondo e  per i bimbi è data dal fatto che ricercano tutte quelle modalità che li hanno aiutati a prendere sonno durante l’addormentamento iniziale.per esempio: se un bambino viene addormentato saltando nella palla da Pilates’, ogni volta che si sveglierà( quindi quando uscirà dalla fase R.E.M. e dovrà entrare nella fase di sonno profondo quindi nella fase non R.E.M.) È molto probabile che non sarà in grado di rientrarci senza Che qualcuno lo prenda e lo Ri addormenti di nuovo saltando nella palla da Pilates. Ma che cosa vuol dire dormire tutta la notte per un bambino? NON Significa non che non lo sentirete più fiatare dalla sera fino alla mattina, perché i risvegli sono fisiologici, tutti ci svegliamo, ci mancherebbe!  ma sarà sempre più in grado una volta che gli avrete insegnato un addormentamento autonomo, anche a potersi riaddormentare pian piano in autonomia e quindi potrà entrare nella fase di sonno profondo velocemente senza “uscire“ dal sonno.


Ma come fare per insegnare a dormire ad un bambino? I metodi usati nel corso degli anni sono stati davvero molti, e per molto tempo sono andati di voga i famosi metodo di Ferber ed Estivill, il famoso metodo FATE LA NANNA, ad Oggi risultano dei metodi obsoleti, ormai superati perché la scienza ha dimostrato che lasciare da solo in stanza un bambino mentre piange subisce una sorta di abbandono anche se il genitore rientra dopo qualche minuto non è corretto per il semplice fatto che il tempo in natura non esiste, è un’invenzione dell’uomo, per cui un bambino che si ritrova solo anche per qualche minuto, non avendo il concetto del tempo che passa per lui è stato semplicemente abbandonato!.Per non andare ad inficiare nell’attaccamento mamma bambino l’importante è che il genitore resti sempre a fianco del bimbo, dando sostegno sia fisico che emotivo.

Piangerà? Purtroppo cambiare un’abitudine per nessun essere umano e piacevole, l’importante è che il genitore resti sempre accanto al bambino e capisca che il pianto non è il mezzo per insegnare a dormire, ma sarà la conseguenza di un cambio di abitudini, questo sarà più o meno intenso in funzione del temperamento del bambino.

I benefici poi del sonno pediatrico sono innumerevoli, il primo dei quali è che dormendo il bambino cresce perché si abbassano i livelli di cortisolo e produrrà molto più ormone della crescita.si vedrà un bambino sereno, un bambino che non dorme bene non è solo difficile da gestire di notte, ma anche, anzi soprattutto il giorno. La mancanza di sonno lo farà essere nervoso, irritabile, difficile da calmare, perennemente stanco, con un bisogno continuo e costante di voler stare in braccio.si vedrà un addormentamento sereno: il paradosso del sonno è +1 bambino è stanco e più fa fatica ad addormentarsi, insegnandogli a dormire vedrete sempre di +1 addormentamento sereno.


In ultimo, ma la cosa più fondamentale, si avranno genitori e riposati. Non dormire è deleterio per i genitori, genera spesso un senso di inadeguatezza, creando problemi a livello anche di coppia.il malessere del genitore alimenta la problematica del sonno in quanto il bambino percepisce tutto questo senso di negatività e si attiva così un circolo vizioso. Dormendo tutti meglio possiamo interrompere questo circolo vizioso e dare il via, il contrario, ad un circolo virtuoso per il benessere di tutto l’equilibrio psicofisico della famiglia.ricordatevi cari genitori che è un bambino ha il sacrosanto diritto ad avere i genitori felici e riposati! Con genitori stanchi si ha spesso l’alterazione della relazione genitore e figlio!

De Luca Rondine

http://www.lefatedellananna.it
http://www.lefatedellananna.com
Istagram: Le fate della nanna

Rubrica Mamme

L’importanza della lettura precoce

A cura di Silvia Melotto

Per lettura precoce si intende leggere fin da quando i bambini sono piccolissimi, anzi alcune ricerche evidenziano come sia utile già a partire dalla gravidanza. Dal quinto mese di gestazione il feto è in grado di udire suoni e dal sesto mese riconosce la voce della madre discriminandone la prosodia (ritmo, intonazione…). 

Leggere già mentre si è in attesa del proprio figlio o della propria figlia significa entrare in sintonia, creare le basi per la relazione di attaccamento e concedere al bambino o alla bambina di vivere un’esperienza che sarà in grado di riconoscere anche dopo la nascita. 

Esempi di libri adatti ad accompagnare con la dolcezza e la sapienza delle parole sono “Mammalingua” di Bruno Tognolini, con le illustrazioni di Pia Valentinis, editrice Il Castoro e “Canti dell’attesa” di Sabrina Giarratana, con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, editrice Il Leone Verde.

Ascoltando una storia o guardando un’illustrazione, al bambino si aprono mondi straordinari e senza confini. Leggere un albo con il proprio figlio in braccio è un momento di intimità che è molto più di una semplice lettura. È un insieme di emozioni che coinvolgono tutti i sensi, significa costruire relazione. 

Leggere insieme ai bambini fin dalla più tenera età, oltre ad essere un’attività coinvolgente e gratificante sia per gli adulti che per i bambini, trasmette loro una passione che li accompagnerà per tutta la vita. La lettura condivisa con un bambino sarà una lettura aperta agli scambi,  avviando con lui un dialogo specialissimo che rimarrà impresso nella sua memoria (a partire dai 30-36 mesi) anche da adulto. 

Un bambino che riceve letture quotidiane godrà di un momento intimo e rassicurante. Attraverso l’abbraccio e il contatto affettivo, anche quello oculare, il bambino percepisce la fiducia e le attenzioni del genitore. 

Quando la lettura in famiglia diventa una routine il bambino gode di numerosi vantaggi su diversi fronti. Oltre a quello relazionale ne giova anche l’aspetto cognitivo. 

Il contributo delle neuroscienze è stato fondamentale per evidenziare le potenzialità della lettura precoce. Si è visto come la lettura ad alta voce attivi numerose aree cerebrali. Inoltre sappiamo che durante l’infanzia, soprattutto nei primi tre anni di vita, la plasticità del cervello umano è massima e proprio in questo lasso di tempo si forma il numero più alto di sinapsi (collegamenti neuronali) della nostra vita!

La lettura contribuisce allo sviluppo del linguaggio, offrendo un ampio vocabolario, educando all’ascolto e all’attesa dei turni di conversazione. Da non sottovalutare come la lettura contribuisca ad accrescere i tempi di attenzione e la comprensione. Inoltre il libro stimola l’attenzione condivisa, ossia quel prerequisito fondamentale per l’apprendimento del linguaggio, che consiste nella competenza di convogliare l’attenzione su uno stesso oggetto esterno ai due interlocutori. 

La presenza di illustrazioni curate e artistiche stimolano la curiosità dei bambini che sono invogliati ad indicare e a sentir verbalizzare la descrizione delle immagini rappresentate. Inoltre proprio le immagini, che negli albi illustrati sono indissolubilmente legate al testo, educano alla bellezza, stuzzicano la creatività e l’immaginazione dei bambini e degli adulti.

Nei primi mille giorni di vita i bambini apprendono attraverso l’esplorazione sensoriale e per imitazione. Quindi anche l’esperienza di manipolazione autonoma di piccoli libri cartonati contribuisce al sano sviluppo psicomotorio, stimolando la curiosità e il movimento dei bambini. Inoltre se il bambino è esposto ad un ambiente in cui la lettura è “di casa” riconoscerà il libro come un oggetto che gli appartiene. Avere libri a disposizione, adatti alle sue competenze,  è un ottimo stimolo per favorire la sua autonomia e per sperimentare la libera scelta.

Orientarsi nel mondo dell’editoria per l’infanzia non è semplicissimo. È un ambito che vede una grandissima produzione, ma non sempre di qualità. Il mercato degli oggetti destinati ai bambini convoglia moltissimi interessi commerciali, e a giovarne non sono quasi mai i destinatari finali. 

Un primo modo per discriminare i prodotti di qualità è cercarli nei posti giusti! 

Per scegliere gli albi illustrati più adatti ai vostri bambini potete far riferimento a tre categorie professionali: le educatrici e gli educatori dei Servizi all’Infanzia frequentati, i librai e le libraie delle librerie per bambini (sapevate vero che esistono librerie esclusive?!), i bibliotecari e le bibliotecarie delle biblioteche pubbliche distribuite sul territorio. 

Dai tempi dell’Università ho coltivato un profondo interesse nei confronti della Letteratura per l’Infanzia e della Promozione della lettura precoce. Dal 2009 sono educatrice in Asilo Nido, dove quotidianamente leggo ai bambini e cerco di promuovere la lettura tra le famiglie.

Dal 2014 sono Lettrice volontaria del progetto Nati per Leggere (www.natiperleggere.it) che mi ha portato nelle biblioteche di quartiere della mia città. Da ottobre 2020 organizzo Laboratori di Lettura Animata per bambini da 3 a 6 anni e incontri di Ascolto Educativo e Sostegno alla Genitorialità per adulti. Da novembre 2020 organizzo incontri di divulgazione e promozione della Lettura Precoce online. Sono in costante formazione e sempre aperta a nuovi progetti. 

Mi trovate su Instagram con suggerimenti di lettura e proposte educative: @silviamelotto. 

Per informazioni sui miei servizi o per collaborazioni: silvia.melotto@gmail.com

Rubrica Mamme

Nascere a casa – Dott.ssa Ostetrica Sonia Rota

E’ un dato di fatto che con l’arrivo del Sars-Cov 2 i numeri delle donne che hanno scelto di partorire in casa è aumentato.

La paura di contrarre l’infezione, il timore di non poter avere con sé il proprio partner o una persona di propria scelta ha fatto sicuramente impennare il numero dei bambini nati a domicilio, ma non è andata solo così…

Sono passati un po’ di anni da quando la medicalizzazione della nascita ha imposto regole restrittive, limitato la capacità delle future madri di ascoltarsi e ascoltare il proprio corpo, di vivere il momento nascita con consapevolezza e serenità, eppure in alcune realtà può capitare che l’individualità della donna, della coppia, dell’esperienza parto, non venga rispettata.

Ecco perché le coppie in attesa si interrogano, come è giusto che sia, su quale possa essere il luogo ideale per mettere al mondo il proprio figlio.

Tutte le società scientifiche che si occupano di nascita raccomandano quanto sia importante informare i futuri genitori riguardo ai luoghi del parto, per poter scegliere in completa autonomia quello più adatto a sé,  che sia quindi l’ospedale, la casa maternità o il proprio domicilio. Le esperienze di parto a domicilio riportano sempre un alto livello di soddisfazione nei genitori, questo perché vivere un parto in casa permette alla donna di sentirsi libera e ascoltarsi, offre la possibilità di rispettare i ritmi personali di mamma e bambino e permette anche al papà di assaporare attimo dopo attimo la magia e la potenza della nascita.

Le linee guida inglesi raccomandano il parto a domicilio o in una casa maternità (midwifery led unit) per tutte le donne con una gravidanza a basso rischio, in quanto si riduce la possibilità di interventi (parto operativo con ventosa, taglio cesareo, ossitocina, episiotomia) e  migliora gli esiti materno-neonatali.

E’ vero, il parto è anche imprevedibile, ma è proprio questa imprevedibilità che rende la figura dell’ostetrica importantissima. Grazie ad un’accurata anamnesi in gravidanza l’ostetrica può valutare il livello di rischio e discutere dei luoghi del parto più adatti a quella coppia, può identificare durante le varie fasi del travaglio ciò che devia dalla normalità ed intervenire in modo appropriato per non mettere a rischio la salute di mamma e bambino.

Il parto a domicilio a livello scientifico è tutto quello che vi ho scritto, ma nascere a casa non è solo evidenze scientifiche, rischi e benefici, è tanto altro …è potenza, emozione, rifugio, intimità, sicurezza, collaborazione, empatia, sorpresa, cura e molto altro ancora. Nascere a casa vuol dire dalla alla luce il proprio figlio in un ambiente familiare, ricercato e preparato da mesi, coinvolgere la famiglia allargata, altri fratelli o sorelle, i nonni che portano un pasto caldo per tutti durante il travaglio o che aiutano nella preparazione del “nido”. Vuol dire assaporare l’intimità ed il legame che si crea tra mamma, papà e bambino intervenendo il meno possibile. Nascere a casa vuol dire anche consapevolezza materna, del proprio corpo e del viaggio che sta compiendo il proprio bambino, consapevolezza della forza istintiva che ogni futura madre possiede ma che viene spesso sottostimata. “Sarò capace?”  “E se non ce la faccio?”. Le madri sono capaci di partorire ed i bambini di nascere diceva il Dott. Lorenzo Braibanti ed il lavoro che si deve fare in gravidanza è sicuramente quello di scoprire le risorse nascoste che ogni donna, mamma possiede.

Scegliere il parto a domicilio non vuol dire demonizzare l’ambiente ospedaliero o chi sceglie di partorire in ospedale. I punti nascita del territorio veronese sono tutti eccellenti, ma significa scegliere con consapevolezza il luogo più adatto a dare alla luce il proprio figlio senza pressioni, discriminazioni e ansie.

Perciò auguro di cuore una nascita serena a tutti… in qualunque luogo avvenga.

Dott.ssa Ostetrica Sonia Rota

Se volete più informazioni:

www.nascereacasa.it

Foto bambino: The periodic Fable-wordpress

Foto coppia bianco e nero: Jodi Hall photography

Rubrica Mamme

MANOVRE DISOSTRUZIONE PEDIATRICHE – Chi salva un bambino salva un mondo intero

Mi è capitato da poco di partecipare ad un corso online tenuto dalla Dott.ssa Alessandra Narciso, medico chirurgo specialista in chirurgia pediatrica e malattia dei bambini.

Il corso parlava delle manovre di disostruzione pediatriche, ovviamente di forte interesse per me ora che sono da poco diventata mamma. E’ stato molto interessante e ho compreso quanto sia importante, visto anche i dati statistici, divulgare il più possibile la conoscenza di queste manovre perché è importante agire correttamente e tempestivamente.

Terminato il corso ho contatto la Dott.ssa Alessandra, spiegandole che sono una blogger e che mi faceva piacere mettere a conoscenza di tutte le mamme che mi seguono e non solo le informazioni apprese durante il corso.

La ringrazio molto perché si è resa fin da subito molto disponibile e mi ha mandato questo testo e schede che vi riporto qui di seguito. Lascio la parola all’esperta.

“Dopo anni come chirurgo pediatra, trascorsi in Pronto Soccorso ad “accogliere” bambini che avevano inalato/ingerito qualsiasi tipo di oggetto (dal crocifisso della collana materna alla frutta secca durante le feste di natale), la nascita di mio figlio ha stravolto il punto di vista della cosa: non più agire per porre rimedio, ma prevenire per evitare la tragedia.
Galeotto fu poi l’incontro con il Dott. Marco Squicciarini, esperto di manovre di disostruzione e rianimazione di base in età pediatrica e mèntore del motto “chi salva un bambino salva il mondo intero”. Da qui, la passione per la materia e l’interesse nella divulgazione, da mamma per le mamme.
Il problema soffocamento dei bambini e gli incidenti continueranno fino che tutti – genitori in primis ma chiunque abbia a che fare con i bambini (nonni, insegnati, baby sitter ecc) – non saremo formati ed informati sui pericoli, su cosa eliminare dalla vista di un bambino da 0 a 4 anni, e sulla conoscenza delle manovre salvabimbi.
Con l’esperienza pluriennale di attività di prevenzione del soffocamento pediatrico, in una mattinata in “quarantena”, dalla mente del Dott. Squicciarini nasce l’idea del “disco salvabimbi” [https://www.manovredisostruzionepediatriche.com/nuovi-strumenti-per-proteggere-la-vita-di-tuo-figlio-il-disco-salvabimbi/] con all’interno i QR CODE (i codici che aprono un video o una pagina internet se ripresi con i cellulare) che in pochi istanti connettono le persone con quello di cui hanno bisogno in quel determinato momento: curiosità, necessità di accedere alle manovre in un momento di panico, fare informazione, ripassare, studiare.

Infatti il “disco salvabimbi”, che è gratuito e scaricabile e visibile da tutti, contiene:

  • Video manovre di disostruzione e rianimazione lattante 0–12 mesi;
  • Video manovre di disostruzione e rianimazione bambino 1-7 anni;
  • Video taglio alimenti pericolosi in sicurezza;
  • Poster manovre salvavita, gli unici validati dal Ministero della Salute e dall’istituto
    Superiore di Sanità, tradotti in ogni lingua de
    l mondo

Verificatore oggetti pericolosi per bambini da 0 a 36 mesi

Ovviamente, l’auspicio è che chiunque abbia a che fare con un bambino, si impegni a dedicare poche ore per seguire un corso presso il 118 della propria regione o presso un Centro di Formazione accreditato ad esso, possibilmente gestito da persone (medici ed infermieri) adeguatamente formate in ambito sanitario e con esperienza sul campo.


Tutti quindi a prenotare il prossimo corso, per continuare insieme a proteggere ogni bambino!”

Dott.ssa Alessandra Narciso

narcisoalessandra@yahoo.it